Finalmente dopo parecchio tempo (diciamo per cause essenzialmente monetarie) sono riuscito a sfruttare l'onda dei saldi nel settore dell'abbigliamento come una "vamp malata"...
Setacciando parecchi negozi (nel sandonatese), però, ho riscontrato con perplessità come non sia tutto oro quello che luccica, e con ciò mi riferisco a commessi/e dei vari shops relazionati a "fascinosità" (che termine!) e competenza...
Giungo al dunque: ovvio che lo stile del commesso vuole la sua parte... se entri da Cavalli "Moda&Schei" e trovi un commesso in tuta Brugi pensi di essere su Scherzi a parte... Quindi, nel 100% dei negozi visitati, ho trovato il personale non dico ben vestito, ma "tirà a rajo" (non parliamo del personale femminile... perchè secondo me c'è gente che nei camerini si "manomette" pensando alle commesse...).
Premetto che non sono un esperto di moda, però 4 cagate sul vestire le conosco anch'io (il cotone cala, la lana "impanisse", il nero snellisce, misura della spalla, cadenza dei jeans, spacco della giacca... insomma niente di chè... diciamo che non entro in un negozio e prendo i capi coi colori/disegni più belli come i bambini, ma magari ci do una provata...).
Detto questo, rivedo il detto sopra citato e aggiungo che l'abito non fa il monaco... Commesse ultraterrene, commessi "costantiniani" ma, come direbbe Alessio, "Saveo lavorar??" (senza la benchè minima arroganza...)
Sto dubbio mi è spuntato quando, sempre più spesso, ho trovato personale che consiglia (lasciando stare i gusti soggettivi ) taglie improponibili o capi che il mio fisico non regge e da qua si capisce come si viva nel mondo del "basta vendar..."
(cito solo un tipo che mi consigliava una maglietta leggermente corta in vita: come diceva lui, bella, simpatica, mi dava luce, va di moda la cintura a vista... giusto, niente da dire, ma io ribadivo (cioè menzionavo più volte) come mi sembrasse troppo corta e che se al primo lavaggio calava un pelo, essendo in cotone, mi ritrovavo quasi con la pancia fuori - ed io con la pancia scoperta non esco neanche dal bagno dopo la doccia altrimenti faccio "merda" in tutti i sensi... dopo un po' di "prova questo, prova quello", l'individuo esce con una frase del tipo "beh, tieni conto che al primo lavaggio col cotone perdi 1cm... ti verrebbe un po' cortina"... !!!... prego???... scusa non se non sono il figlio di Laura Biagiotti, ma fino a 5min fa, che cz ti stavo dicendo????!?!!).
Certo, ho trovato anche gente preparata - sia commessi che commesse - che davano non solo pareri sullo stile, ma anche consigli x così dire "tenici" (la migliore è una tipa che mi ha fatto un discorso da 20min sulla qualità dei materiali utilizzati da case d'abbigliamento più o meno note... alla fine volevo stringerle la mano! sapeva il suo!) però non pensavo fosse così poca!!!
Ho concluso.
PS: questa però è nuova... da un po' di tempo a sta parte in alcuni negozi, preso un capo, propongono loro un abbinato (penso sia l'evoluzione del marketing)... per carità, è il loro lavoro, ma la cosa mi mette a disagio (non sò perchè, ma son fatto così... poi se voglio una cosa, la chiedo io)...
Presi i jeans, il tipo mi fa: "Vogliamo metterci sopra qualcosina? Un maglioncino?" Io: "Grazie, ma sopra mi metto il giubbotto e facciamo basta..."
Come direbbe mia nonna: "Al giorno de ancuo, no i sa pì cossa inventar!"
lunedì 16 gennaio 2006
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2 commenti:
L'importante è vendere (e fare soldi), questa è l'anima del capitalismo.....
Ma GP...
Acquisto pantaloni...
(C = commesso; Me = io)
Individuati i candidati all'acquisto...
C: Che taglia porti?
Me: 30
C: Ok, tieni...
Entro in camerino... giungo alla bottonatura: con l'ultimo bottone a momenti sbocco da quanto ho compresso lo stomaco. Anomalo. Vabbeh che il jeans era a calzata stretta... Controllo la taglia: 29... Posso pensare anche all'errore umano: succede...
Gli faccio presente che sto strettino...
C: Ok, ti prendo una taglia in più! La 30...
A sto punto penso che molta gente faccia uso di alcolici sul posto di lavoro...
NB: la 30 calzava come la scarpetta di Cenerentola: perfetta.
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