ROMA - Studiando le scimmie ha scoperto un nuovo maiale selvatico. Il collegamento tra le due specie animali passa per il biologo Marc Van Roosmalen e la foresta Amazzonica, dove la biodiversità è la caratteristica primaria, tanto che nel 2004 è ancora possibile trovare animali non ancora catalogati. E' il caso del "caititu-mundè" una specie di cinghiale senza zanne, simile al pecari, nel quale si è imbattuto Van Roosmalen.
Arrivato in Brasile dall'Olanda circa venti anni fa, il biologo si è specializzato nello studio delle scimmie e dei frutti di cui si nutrono. I primati sono la sua specialità e infatti ha già individuato 20 nuove specie di scimmie, ma se qualche altro animale capita nella sua zona di osservazione non disdegna di dargli un'occhiatina. Per la sua attività la rivista americana "Time" lo ha proclamato "Eroe del Pianeta": a lui si devono infatti anche la scoperta di cinque nuove specie di uccelli, di un porcospino nano e ora del caititu, o maiale gigante della giungla.
Roosmalen il maialone l'ha proprio cercato. Sono stati i cacciatori della zona, una striscia di terra isolata tra i fiumi Madeira e Tapajos, a parlargli di una sorta di pecari più grande (circa un metro e mezzo di lunghezza per 40 chilogrammi di peso), più magro e con le zampe molto più lunghe. Roosmalen, nei lunghi anni passati nella zona, è diventato parte della comunità (ha preso anche la nazionalità brasiliana) e ha potuto così seguire con gli indios le tracce del nuovo maiale selvatico.
Dopo lunghi appostamenti, il "caititu" si è fatto trovare e oltre alle differenze morfologiche lo studioso ha rilevato che è diverso dal punto di vista del comportamento. Il maiale gigante della giungla non si muove in branco, né in coppia, e sta in compagnia solo quando ha i cuccioli. Per il resto è un solitario e anche molto silenzioso, perché non fa i rumoracci del cugino più noto, il pecari dalla barba bianca, dal quale si differenzia anche perché gli manca proprio il tratto distintivo del suo simile, il pizzetto chiaro.
"Adesso farò ricerche sul DNA della nuova specie - spiega Marc Roosmalen - in modo da sottoporre la descrizione scientifica del pecari gigante alle riviste specializzate. La notizia della scoperta è trapelata grazie al documentario che la televisione tedesca ha trasmesso mercoledì sera, ma in modo da non mettere a repentaglio la futura pubblicazione su Nature non ho rivelato il nome scientifico del nuovo pecari".
Una cosa è sicura, la zona tra i fiumi Madeira e Tapajos è una vera miniera di novità. "Animali come il "caititu-mondè" - spiega Roosmalen - non sono in grado di attraversare questi fiumi. Questo isolamento ha contribuito a mantenere una incredibile varietà biologica". Non c'è da stupirsi, allora, se sentiremo ancora parlare di Roosmalen e di qualche nuova specie in cui si è imbattuto.
lunedì 21 giugno 2004
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