Tanto per confermare che:
1. il modo di gestire il sistema piste/impianti in Italia risale ad una tipica era paleolitica;
2. c'è una discriminazione da Schindler's List nei confronti degli snowboarder;
3. i gestori degli impianti non hanno voglia di fare un cz di niente;
4. nell'ambiente montano italiano invece di guardare avanti, si guarda indietro, ovvero: invece di schivare le merde, si controlla se sono state pestate;
5. i carabinieri vanno in giro sempre in coppia e spesati... come i testicoli.
Mitttttttica la dichiarazione del rider all'atto della sanzione!!
A sostegno dei punti sopra elencati, cito che all'estero (cioè in tutto il mondo, Italia esclusa):
- la pratica del fuoripista non è cosa da proibizionismo ma tutt'altro;
- gestori degli impianti e guide alpine LAVORANO per la messa in sicura dei pendii a rischio valanghe per garantire 1. maggiore sicurezza sulle piste, 2. la pratica del fuoripista;
- uno snowboarder viene trattato al 100% come uno sciatore;
- la legge è effettivamente uguale per tutti (mentre il tipo veniva multato, è passato un maestro di sci sulla sua traccia... no comment).
The Riding never stops...
venerdì 3 marzo 2006
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3 commenti:
Ho sempre detto io che Cortina, oltre ad essere costosa, è sempre a rischio Carabinieri!!! Faccio presente che a volte si mettono con il telelaser per rilevare la velocità in pista!!!
E' ovvio! Metti che proprio in quel momento ci sia in pista la Seredova o Costantino (ovviamente a piedi perché non penso sappiano sciare!!!). Metti che inavvertitamente arrivi uno spruzzo di neve causato da una surfata....RISCHI L'ERGASTOLO!!!
Ora non so se sia una semplice coincidenza, ma vorrei far notare cos'hanno ai piedi i protagonisti coinvolti nelle valanghe di questi giorni (e anche in quelle passate, da quando è stata inventata la neve ad oggi)...
La polizia è dappertutto ormai... e questo può essere un bene... il problema è il rischio ignoranza... che dilaga come l'aviaria tra il pollame! Vorrei proprio sapere quanti carabinieri sanno valutare l'effettiva pericolosità di un pendio carico di neve...(e se un comprensorio dispone di 20 poliziotti, 20 su 20 devono sapere il fatto loro, altrimenti becchi il pirla che non sa niente e ti cucca i 30e di multa)
Esempio #1: al SanPe una volta (fino a qualche anno fa) c'erano parecchi cartelli di divieto sparsi un po' qua e la, penso con un criterio "random"; da un po' di tempo a sta parte, i cartelli sono scomparsi, o meglio: sono comparse delle recinzioni in alcuni punti, in altri i cartelli sono rimasti, in altri non c'è niente. Risultato: tutti i pendii sicuri sono tracciabili e nessuno ti rompe le balle.
Esempio #2: a Pecol, invece, l'ultima volta che ci sono andato sono comparsi dei cartelli di divieto in punti dove non ci sono mai stati, uno tra i tanti, dove ho sbattuto la tavola nuova. Ora, vorrei sapere in base a quali variabili è stato definito pericoloso quel tratto di fuoripista sotto la seggiovia, in mezzo al bosco, con pendenza assurda!!! L'unico rischio è che qualche cazzone di skier ti lanci una bacchetta sul cranio, ma in questo caso, non multi il rider con la testa rotta, ma tagli le braccia allo sciatore che ha fatto cadere il bastone (così non gli serve più :/ !!!)... vabbeh che ormai per un rider andare a Pecol è come per un bianco andare nel Bronx o ad Harlem... provare per credere...
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