sabato 15 ottobre 2005

Essere Rider

Stasera sono in vena di scrivere. Sarà la malinconia, sarà l’arrivo dell’inverno, sarà la calma della notte, sarà Creamer dei Limp Bizkit alle mie orecchie. So di occupare molto spazio sul manipolo con questo post ma so anche che non è un problema usare la scroll bar per ignorare parole che non ci appartengono. E’ proprio questa la base del essere rider. L’essere ignorati dalla maggioranza. Non essere capiti fino in fondo. Il far parte di una piccola crew mondiale senza confini che sente le tue stesse sensazioni. Il provare piacere e un senso di tranquillità nel sapere di non essere come tutti gli altri.
Non riesco ad immaginare un rider senza sound. Il rock, punk, ska, tecno, ecc carica durante il raggiungimento della amica natura che ci propone sfide singolarmente con i suoi fenomeni atmosferici/naturali. Un sound piu’ fluido, fuggente, liquido, riposa la mente del rider mentre guarda soddisfatto il vento che cala di potenza, o un fuoripista candido su cui è stata tracciata una scia da una tavola da snow. Quella è arte! Hai mai guardato un pendio coperto da 80 cm di neve solcato dalla tua traccia?!?! L’hai creato tu! E’ un tuo “dipinto” che sparirà alla prossima nevicata e nessuno potrà capire fino in fondo.

Essere rider.

Essere rider significa avere la pelle d’oca all’accadere di fenomeni naturali insignificanti per la massa;
Come quando stai lavorando all’aperto e di colpo si alza vento. Per tutti è solo aria che rompe le palle. Per te è vento sostenuto, saranno 15-16 nodi. Non è rafficato. E’ l’ideale per il kite. Potrei montare la 16 metri. Forse basta la 14. In una frazione di secondo provi delle emozioni fortissime che ti spingerebbero a mollare tutto quello che stai facendo per schizzare al mare con la tua attrezzatura. Aspetti che finisca il lavoro. Ti precipiti sulla spiaggia e …… e scorgi in lontananza una figura umana. Indossa una muta. Sta guardando il vento. Il vento non si vede, eppure ci sono due persone che riescono a vederlo!!! SONO RIDER! In un attimo nient’altro conta più. Nothing else matter. Non sei più solo.

Come quando guardi le previsioni del tempo e godi nel vedere il cristallini di neve disegnati nella grafica sulle alpi.
Come quando il vento freddo spazza la città. Tutti si voltano e imprecano contro il freddo. Tu ti nascondi nel cappuccio della felpa e avanzi sorridente verso “l’aria da neve”.
Come quando a fine novembre causi un site bombing a dolomitisuperski.com per vedere chi apre le piste.
Come quando sei seduto in pub con gli amici la sera e sei appena tornato da una vetta di 3000 metri. A nessuno gliene frega niente, ma tu sei li sorridente. Tu ci sei stato!
Come quando “Areo…n’den in montagna?……..Giuda Porco!.....dai che n’den!”
Come quando vedi la luna riflessa in mare mentre prepari l’ultimo jump sull’onda della barca in rientro in darsena.
Come quando metti una foto di un rider sulla neve sul desktop.

L’altro giorno è venuto in ufficio da me il nostro falegname. In realtà è un mezzo artista. Ha esposto in negozio delle sue creazioni. Io non riesco ad interpretare l’arte. Lui guardava con occhi luminosi la sua creazione. Per me era un insieme di cemento bruciato, ferro ruggine pieno di saldature incastonato in un mattone arancione. Per lui era la distruzione che l’uomo sta compiendo nella natura. Mi disse “io non vendo le mie opere a chi le vuol comperare. Le vendo solo se capisce veramente cosa voglio esprimere. Un opera d’arte deve scatenare delle emozioni dentro di te.” Io non sono un rider d’arte. Non sento nessuna emozione davanti ad un quadro.
Ma mi vengono i brividi quando vedo un’onda da 25 metri mentre si infrange in un video di surf.
Quando vedo una foto di un rider a testa in giù per aria sospeso su un mare di neve.
Quando sono in auto in montagna, nevica che Dio la manda, e io sto andando nel senso contrario a tutte le altre auto che tornano verso la pianura.
Quando ascolto For the Love of God di Steve Vai.
Quando ascolto Nothing else matter dei Metallica.
Quando ascolto la canzone sullo snowboard dei Guano Apes.
Quando vedo la sigla di X-free su Sport Italia.
Quando arrivo in cengia e compare la vallata sottostante.
Quando organizzo un viaggio-sportivo assieme ad altri rider.
Quando esco dalla via di Pes alla volta di qualche avventura.
Quando arrivi in loco e vedi altri rider dappertutto.
Quando mangi un panino freddo in seggiovia.
Quando mi sveglio in camper, apro gli occhi e vedo la neve o il mare.

Anche questa è arte. Essere rider significa essere artisti. Le nostre opere si esprimono sulle onde, sulla neve, tra il vento, su una parete rocciosa, su una bicicletta, su uno skate, su un wake, su un kite, su un windsurf. Non c’è modo di rendere permanenti le nostre opere se non grazie ad un altro rider che impugna la digitale e scatta una miliardata di bit al momento giusto che dimostreranno ciò che abbiamo creato.
Purtroppo chi non è rider non riesce a capire la nostra arte. A noi dispiace vederli vagare per centri commerciali, negozi di vestiti, pub ecc, per giornate intere a spendere il loro denaro. Ma forse quella è la loro arte quindi rispettiamo quello che non capiamo.

Non vedo l’ora di andare sulle onde dell’oceano.
Non vedo l’ora di buttarmi in un fuoripista.

Questo è un omaggio a tutti i rider.

RIDER NEVER STOP!

8 commenti:

IlBorlo ha detto...

Commenti come:
- Bevi manco
- Droghete manco
- Va in let a notte
- Ma te par de farghea?!

sono scontati, poco originali e privi di critica su cio' che ho scritto.

Anonimo ha detto...

Io posso capire quello che hai scritto..Siamo una cerchia di incompresi e a me stà sulle palle quando stai facendo una cosa che ti piace ma a certe persone risulta strana del tipo sono da solo con il surf e un metro di onda..Ti guardano male oppure ti prendono per pazzo!!!E mi è capitato anche da persone che conoscevo solo perchè ti sposti dalle solite concezioni del modello di vita normale (bere spritz e locali alla moda)!Respect!

Pes ha detto...

Non vorrei che l'essere rider venga preso come uno status simbol... (per la serie: son un rider e son pincion, chealtri ie dee merde...), perchè in tal caso mi rifiuto di definirmi "rider"; dunque, aggiungo il mio semplice punto di vista al grande post del B.:
Feel free, be yourself. Respect'em all... (Ovviamente, essendo italiano il pensiero è: sentiti libero, sii tè stesso. Rispetta tutti.)


Open your mind...
ThE RiDiNg NeVeR StOpS...

Pes ha detto...

Dimenticavo...
Welcome NicoKite!!!
Sei entrato nel tunnel de Il Manipolo... La via non ha ritorno! ;)

NB: mi faresti il favore di usare un nick solo?!? o per lo meno una firma "univoca"?!? almeno ti si identifica... ;)

NBB: sei obbligato a raccontare com'è andata in Senales!!!!! -invidia-

m@tteo ha detto...

Secondo me, quello di cui parli potrebbe essere riassunto semplificando col dire "Sono soddisfatto di quel che faccio, ne ricavo piacere, mi piace un sacco". Tutte queste cose le può provare chiunque, anche se non stà in piedi in una tavolta da surf, ma sta seduto in una sedia, anche da uno che disprezza il freddo perchè sa che dovrà lavorare all'aperto per tutto l'inverno e non solo un fine settimana ogni tanto a sciare, o anche da qualcuno che semplicemente sta con i suoi figli a casa e non vorrebbe essere in nessun altro posto del mondo perchè sta bene lì con loro e sente importante quello che sta facendo.
Quello di cui parli invece è "gli altri non capiscono il piacere che ricavo da quello che faccio", e questo è un difetto di tutti noi, sicuramente anche tuo, perchè sicuramente ci sarà qualcuno che tu giudichi negativamente per quello che fa. E questo perchè giudichiamo soffermadoci solo sulle apparenze, solo sulla parte "che si vede" e non su quella che non si vede.
Sottoscrivo quello che dice Pes, rispetto per tutti.

Anonimo ha detto...

X m@tteo:..saggio il tuo commento ..in parte è quello che penso anch'io.
X borlo:Grande!!..Sei una persona che sa vivere,perchè "vivere" secondo me significa apprezzare ogni cosa che hai attorno,essere positivi ..e sorridere davanti una giornata ventosa.. essendo felici per chi la stava da tempo aspettando,sapendo che esulterà all'idea di godere sul vento,
"vivere" significa lottare per le proprie passioni sapendo già che ci sarà persone che non capiranno,ma sempre pronto a parlar di ciò che ti entusiasma regalando un po' di te..è sentire il nodo alla gola,i brividi che scendono sulla schiena senza vergognarsi di essere considerati ancora un po' bambini...
remember: "invecchiare è obbligatorio,crescere è facoltativo"!!!
Gente...Viviamo le emozioni!!!!
By N°a.

IlBorlo ha detto...

X Teo: sono contento che tu abbia risposto al questo post.
Il mio intento non era attacare nessuno, infatti ribadisco il mio rispetto per i gusti di ogni persona. Volevo solo raccontare un po' le mie emozioni e scrivere qualcosa che non si vede spesso su questo blog. Di solito scriviamo di fatti accaduti ma non delle nostre emozioni. Tutto qui. Per esempio a me piacerebbe provare scherma (non eri tu a fare scherma?)

m@tteo ha detto...

Non l'ho interpretato come un attacco. Sinceramente non vedo chi non riesce a capirvi, probabilmente perchè non frequento "l'ambiente".
La scherma è stato uno degli sport tra quelli che ho fatto che mi è piaciuto di più. Oltre alla parte tecnica, quello che mi piace è che ti da la possibilità di confrontarti (e scontrarti) fisicamente con altre persone, senza farsi male (il più delle volte). Purtroppo l'ho seguita solo per un anno, e dopo non ho potuto più riprenderla, ma mi riprometto di ricominciare. L'unica cosa che la rovina è che l'ambiente della scherma è frequentato da molte persone benestanti, cosa che la etichetta come uno sport di elite, cosa non vera, i campioni più forti che ci sono stati erano tutt'altro che ricchi.